Arcadia

di Tom Stoppard

Septimus, che cos'è un abbraccio carnale?

Ci troviamo a Sidley Park, elegante villa nella campagna inglese. Davanti alle finestre del salone si svolgono in parallello due storie, ambientate in epoche differenti. Agli inizi del 1800 assistiamo alle vicende di Thomasina Coverly, precocissima tredicenne capace di geniali intuizioni scientifiche, e del suo precettore Septimus Hodge, coetaneo e grande amico di Lord Byron.

Poeti inglesi e critici scozzesi!

Ai nostri giorni troviamo invece due studiosi, Hannah Jarvis e Bernard Falco, che indagano su un misterioso eremita vissuto a Sidley Park dal 1810 al 1834 cercando di svelare la verità su un delitto che un giovane Byron potrebbe aver commesso.

Disordine, è la nuova tendenza.

La storia offre molteplici spunti, così mentre i letterati si possono dedicare a poesia e arte confrontando Illuminismo e Romanticismo, gli scienziati possono discutere di entropia e dell’inesorabile meccanismo secondo cui «finiremo tutti a temperatura ambiente.» Si riflette poi sul presente e sul passato, dal confine labile ma fra loro in contatto solo grazie a vecchie scartoffie e vivaci immaginazioni.

Ezra Chater — Sidley Park — 10 aprile 1847

Ma Arcadia è soprattutto una storia di uomini. Di persone che si amano di nascosto, che si odiano apertamente. Di donne un po' frivole e giardinieri ficcanaso, di madri all'antica e mariti cornuti. Ecco quindi che si tratteggia una vivace rappresentazione dell'animo umano ed è forse proprio questo il significato più profondo dello spettacolo: un'entropia temporale, in cui personaggi di epoche diverse si ritrovano insieme sul palco animati dalle stesse passioni, simboli di un'umanità immutabile nel tempo.